Oggi vogliamo raccontarvi come si stanno comportando numerose aziende di varie dimensioni e di settori merceologici differenti in questo periodo di quarantena e di forte incertezza.
Abbiamo notato che in molti hanno scelto di pubblicare sulle loro pagine social l’annuncio che la propria attività rimarrà chiusa CONGELANDO E SCEGLIENDO DI NON COMUNICARE NULLA DI PIU’.
Siete davvero convinti che questa sia la scelta corretta?
Sicuramente in questo periodo la chiusura forzata di molte attività commerciali ha causato un blocco economico ma anche un blocco mentale in ognuno di noi con la convinzione che siccome sia tutto fermo non sia necessario continuare a comunicare.
Forse non sapete cosa scrivere sulle vostre pagine, pensate che continuare a sensibilizzare i vostri followers sul prodotto/servizio che offrite in questo momento non sia produttivo o addirittura offensivo per qualcuno. Forse il vostro social media manager in questo periodo non vi sta supportando come dovrebbe o forse credete che stare alla finestra e aspettare che il momento passi sia la scelta migliore.
NO
Smettere di pubblicare non è la scelta giusta e questa potrebbe risultare una pessima decisione per il futuro della vostra attività.
Vogliamo spiegarvi il nostro punto di vista e come, più di ieri, continuare a pubblicare contenuti sia davvero IMPORTANTE anche in questo momento così inverosimile.
Siamo tutti dentro casa e collegati a internet per buona parte della giornata, c’è chi lavora in “Smart Working” chi studia su “Google Classroom”, altri semplicemente per svago, divertimento e gioco ma tutti oggi abbiamo molto più tempo da trascorrere sui social.
Questo è il momento per farti ricordare, per farti notare, per farti nuovi clienti e non importa se in questo momento la tua attività è chiusa, il regalo più grande che puoi fare al tuo brand è continuare a mantenere alta l’attenzione su di esso, farti sentire, specialmente dai clienti, che in questo momento sono impauriti e confusi come tutti noi. E si meritano appunto tutta la tua attenzione.
Quindi cosa pubblicare?
Volete perdere l’opportunità di restare collegati con clienti e potenziali clienti proprio adesso?
L’idea di partenza è quella di creare contenuti che siano in linea con il tema attuale e magari scegliere di sdrammatizzare creando video o immagini che possano catturare la curiosità dei vostri potenziali followers.
Dipende sempre dal vostro settore e da che tipo di azienda siete, dipende dal tipo di “linguaggio”che volete adottare e dipende dal tipo di messaggio che credete sia più funzionale in questo momento.
La cosa importante però rimane sempre la stessa.
CONTINUATE A COMUNICARE SULLE VOSTRE PIATTAFORME SOCIAL PER IL BENE DEL VOSTRO FUTURO.
Se volete maggiori consigli non esitate a contattarci
Oggi vogliamo parlarvi di come è semplice e allo stesso tempo necessario proteggere il proprio sito web da attacchi hacker.
Ormai sappiamo che WordPress è il CMS più utilizzato e conosciuto per realizzare un sito web che abbia le caratteristiche di scalabilità e usabilità, ed essendo appunto così noto e apprezzato è soggetto a molteplici attacchi che ne compromettono la sua sicurezza.
Oggi vogliamo darvi 5 validi motivi per evitare spiacevoli sorprese e mantenere il vostro sito protetto da accessi non autorizzati:
La prima regola cardine è quella di aggiornare costantemente la vostra versione di WordPress e i plugin che avete installato. In questo modo, le falle di sicurezza che gli sviluppatori hanno scoperto possono essere neutralizzate con le versioni successive. Non a caso dalla versione 5.1.1 definita come “Security and Maintenance Release” corregge una serie di vulnerabilità molto importanti che non sono presenti nelle versioni precedenti.
Seconda regola è quella di eseguire periodicamente il backup del vostro sito, in questo modo sarete in grado di ripristinare, in caso di un problema, il vostro sito.
Installare plugin sulla sicurezza che possano filtrare gli attacchi provenienti dall’esterno (spam, spybot, minacce di cybersecurity)
Creare delle password di accesso al backend che siano più complesse possibili con caratteri speciali, numerici, alfanumerici, con lettere maiuscole e abbiamo almeno 12 caratteri. Ricordate che le password andrebbero cambiate ogni 90 giorni.
Se proprio non riuscite a gestire questi passaggi o trovate complicato dedicarci del tempo allora il consiglio che possiamo dare è quello di affidarvi a un professionista che possa garantirvi trasparenza e sopratutto la sicurezza del vostro sito web.
Un virus è un microrganismo acellulare con caratteristiche di parassita obbligato, in quanto si replica esclusivamente all’interno delle cellule di altri organismi. I virus possono infettare tutti i tipi di forme di vita, dagli animali, alle piante, ai microrganismi e anche altri virus. Wikipedia
Qui un breve video preso su Youtube dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie per capire la differenza tra virus e batteri.
Cos’è il Coronavirus CoVID -19?
E’ chiamato nuovo coronavirus Covid-19 e fa parte di una famiglia di sette virus che vanno dalla normale influenza fino alla Sars e alla Mers. Il nome deriva dalla sua forma simile ad una corona con le spine.
I problemi principali riguardano l’apparato respiratorio e la forte virulenza. Questi fattori determinano un carico di lavoro altissimo nei reparti di terapia intensiva con disagi e tasso di mortalità molto alti per insufficienza di strutture e di personale qualificato. Particolarmente critica la situazione tra la popolazione over 50 non per questo va sottovalutato il rischio per il resto della popolazione.
Per l’Istituto Superiore di Sanità il virus ha fatto un “salto di specie” ossia è passato dall’animale all’uomo, ed è per questo classificato come un nuovo virus, sconosciuto all’uomo. Fintanto che non si troverà un vaccino sarà impossibile sconfiggerlo ma di certo non dobbiamo arrenderci o cadere nella disperazione. Le cure esistono e le cifre delle guarigioni lo dimostrano. Inoltre le misure che il nostro governo ha preso sembrano andare nella giusta direzione e per questo il nostro hastag è #iorestoacasa.
Cos’è l’immunità di gregge?
L’immunità di gregge, detta anche immunità di gruppo o immunità di branco, in medicina è una forma di protezione indiretta che si verifica quando la vaccinazione di una parte significativa di una popolazione finisce con il fornire una tutela anche agli individui che non hanno sviluppato direttamente l’immunità. Wikipedia
E’ la strategia usata con le vaccinazioni universali, in cui si punta ad arrivare al 95% della popolazione vaccinata. Un esempio è quella contro il morbillo. La percentuale varia a seconda del grado di contagiosità del virus. Nel caso del coronavirus, la malattia risulta essere molto contagiosa e quindi il numero di immunizzati dovrà essere molto alta per avere una barriera protettiva adeguata.
Quali sono le misure inglesi per combattere il CoVID-19?
Il Video del premier Boris Johson trasmesso da ABC NEWS
Alcune tra le reazioni della comunità scientifica sui media online
L’epidemiologo Pregliasco: “Bestiale la decisione del governo inglese: la strategia funziona se c’è un vaccino”. L’esperto spiega perché contro il coronavirus è una misura inefficace
“Una affermazione bestiale”, dice a Repubblica il virologo Fabrizio Pregliasco. Si riferisce a quanto detto dagli esperti del governo britannico che puntano all’immunità di gregge per arginare il coronavirus. Poco prima il direttore del dipartimento di malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, Giovanni Rezza, aveva bollato la strategia come “una cosa assurda” e “ridicola”. di CRISTINA NADOTTI ]
Scuole ancora aperte ma esodo di massa dei ricchi ed eventi sportivi annullati. Il Regno Unito si divide tra i fan del «keep calm and carry on», chi considera il Covid una grande scocciatura e chi invece critica la mancanza di trasparenza sulla capacità di reazione del NHS. di PAOLA DE CAROLIS]
Alcune riflessioni sul cinismo al tempo di coronavirus
Oggi si parla molto del coronavirus Covid-19 e la parola virus è la più utilizzata da tutti noi nel arco della giornata e in tutte le conversazioni. Siamo in quarantena, costretti nelle nostre case, non per imposizione del governo ma per nostra volontà, al fine di combattere questo virus sconosciuto. Proprio questa parola mi ha fatto venire in mente un virus chiamato Cinismo che quando meno te lo aspetti emerge con forza, pronto a screditare pur di raggiungere il proprio obiettivo. E’ una sensazione ma talvolta è un fastidio fisico come quello che sento guardando, ed ascoltando talk show, telegiornali, e altri programmi dove vengono intervistati scienziati ed esperti in materia o opinionisti sempre sul “pezzo”. I quali non riescono a dare risposte semplici, di buonsenso, ma parlano di numeri di statistiche, senza minimamente considerare che il virus non è più nell’animale o nella pianta ma è migrato a fatto il salto di specie. E neppure la morte di tante persone li fa indietreggiare è come se non si rendessero conto, che loro stessi sono esseri umani e quindi vulnerabili. Io penso che in questo momento abbiamo bisogno di gente competente e non di cinici al servizio di qualche lobby o di qualche potente, malati terminali non di coronavirus ma di cinismo. Mi scuso per la divagazione ma ho una figlia e non voglio che ascolti solo questa versione della storia, mi preoccupo di farle sentire anche qualcosa di diverso da quello che ascoltiamo tutti i giorni sul coronavirus Covid-19 in televisione o nei discorsi alla nazione com’è avvenuto in Inghilterra.
Il Cinismo
La frase shock è sicuramente” Molte famiglie perderanno prematuramente i loro cari” ma forse quello che più mi spaventa è pensare che sia solo la frase il problema. Per me è il contenuto del discorso è la freddezza, il cinismo, che pervade in tutto il mondo, ma con questo non voglio generalizzare voglio solo tentare di aprire e aprirci la mente, gl’occhi, le orecchie e tutti i sensi, per non farmi e farci ingannare dal cinismo e non solo. Il Cinismo come un virus va combattuto e reso innocuo. Lui il virus vive grazie a noi e dobbiamo rifiutarlo per un po’ di tempo, per immobilizzarlo e renderlo innocuo. Penso che l’indifferenza non sia la strada, ossia fare finta che non esista per farlo esistere dentro di noi. Penso che l’arma giusta sia il rifiuto, ossia lasciarlo fuori di noi e non dargli la possibilità di entrare in contatto con il nostro organismo.
Ieri 19 agosto scadeva la proroga di tre mesi concessa a Huawei per commercializzare con le aziende americane.
Oggi 20 agosto è stata concessa dal Governo Americano una nuova proroga per altri tre mesi.
Huawei e sviluppatori Android garantiranno gli aggiornamenti e le patch di sicurezza a tutti i modelli già presenti sul mercato anche dopo la scadenza della nuova proroga.
Garantendo: Aggiornamenti di sicurezza; Utilizzo delle App; Utilizzo di Android; Due anni di garanzia legale.
Poi risponde ai dubbi dei clienti:
“È vero che gli smartphone ed i tablet Huawei potranno continuare ad essere aggiornati?”
“È vero che l’esperienza d’uso di Android non cambierà sugli smartphone e tablet Huawei?”
“È vero che gli utenti Huawei potranno continuare ad utilizzare app come Facebook, Instagram o Whatsapp?”
“È vero che Windows continuerà a funzionare sui PC Huawei?”
“È vero che Il ripristino o reset delle impostazioni di fabbrica sul proprio smartphone Huawei non avrà conseguenze sull’utilizzo dei servizi Google in futuro?”
“È vero che la situazione attuale non influirà sulla Garanzia Convenzionale dei dispositivi Huawei?”
“È vero che gli smartphone e i tablet Huawei offriranno le stesse funzionalità di prima?”
“È vero che Huawei continuerà a vendere smartphone?”
“È vero che HUAWEI P30 e P30 Pro riceveranno l’aggiornamento ad Android Q?”
La risposta è un SI a tutte le domande. Anche se restano molte incognite per i telefonini di nuova costruzione.
Per dovere di cronaca una nota ad inizio e fine pagina fa intraprendere pensieri positivi:
“*Il logo-Robot Android™ è un marchio registrato e di proprietà di Google la cui riproduzione o modifica è soggetta alle condizioni indicate dalla licenza Creative Commons 3.0 usato per la denominazione.”
Licenza Creative Commons che stando a wikipedia, “solo alcuni diritti sono riservati “.
Ieri sono andato al cinema con mia figlia a vedere Spider-Man: Far From Home
“In seguito agli eventi di Avengers: Endgame, Spider-Man deve rafforzarsi per affrontare nuove minacce in un mondo che non è più quello di prima.” Questo è l’incipit della presentazione del film che appare sul sito di TheSpace Parco de Medici.
…In un mondo che non è più quello di prima. Questo è quello che sembra regalarci il 5G.
Il film ci racconta bene nella scena con i droni che riproducono un mondo cinematografico virtuale che non ha più limiti per l’immaginazione ma che allo stesso tempo ci obbliga a fare i conti sui confini tra realtà e finzione e soprattutto su come scoprire cosa è finzione con la sola forza dei nostri sensi, della nostra possibilità di scoprire l’invisibile attraverso essi.
Il 5G, la nuova tecnologia di trasmissione dati mobile, ci regalerà la possibilità di essere curati con interventi chirurgici a distanza, automobili che si guidano da sole, robot che si coordinano tra loro per migliorare sprechi ed efficienza all’interno delle fabbriche e molto altro ancora.
Tutto questo è possibile grazie a due fattori, la velocità (1gb/s) e la latenza (il tempo che due dispositivi impiegano per entrare in connessione tra loro: 2-4 millisecondi) che sono 10 volte più veloci dell’attuale 4G.
Fin qui tutto bene, ma ho nella mente un paio di domande abbastanza scontate. Il 5G nuoce alla salute? Il 5G tutela la nostra Privacy?
Il 5G nuoce alla salute?
Il discorso sulla salute è sicuramente complesso se si pensa che ad oggi è sempre stato insabbiato. A mio avviso la questione principale riguarda le bande di frequenza. Già! perché il 5G prevede un aumento considerevole di celle ripetitori che dovranno essere molto vicine tra loro in quanto verranno utilizzate bande di frequenza molto alta, per poter soddisfare il fattore velocità e consentire una navigazione veloce. Infatti, le onde di frequenza alta o meglio le onde millimetriche possono trasmettersi/viaggiare solo a brevi distanze, circa trenta metri. Questo è il motivo per cui ci vorranno tanti ripetitori vicini tra loro.
Ora, è risaputo che un forno a micro onde lavora proprio alle alte frequenze e com’è noto, un forno a micro onde riesce a cuocere il cibo, semplicemente, mettendo in oscillazione le particelle d’acqua presenti negli alimenti. Ecco questa mia osservazione dovrebbe farci riflettere sul rischio di avere una tecnologia che lavora sulle alte frequenze e alle conseguenze per la nostra salute e per quella dei nostri figli. Visto, che il corpo umano è per l’80 per cento fatto di acqua. Insomma le parti molli del nostro corpo potrebbero certamente risentirne negativamente.
Il 5G tutela la nostra Privacy?
La presenza di celle ripetitrici molto vicine consentirà di conoscere la nostra posizione con uno scarto di pochi metri in qualunque momento, solo per il fatto di avere un telefono in tasca o nella borsetta. Le auto intelligenti super connesse forniranno alle assicurazioni notizie sul nostro stile di guida decretando anche il premio assicurativo corrispondente.
Salute e Privacy sono temi a me cari che non mancherò di trattare in futuro in modo più approfondito e specifico.
I regolamenti PECR, il Data Protection Act e il GDPR. Normano i diritti di privacy alle persone durante le comunicazioni elettroniche.
Regole specifiche su:
chiamate di marketing, e-mail, messaggi e fax;
cookie (e tecnologie simili);
mantenere sicuri i servizi di comunicazione;
privacy dei clienti per quanto riguarda i dati sul traffico e la loro posizione geografica.
Qui parlerò di Cookie con l’obiettivo di aiutare ad orientarsi e a conformarsi al PECR ma anche promuovere le buone pratiche oltre ad offrire consulenza e orientamento alle aziende.
Cookie Necessari
I cookie necessari consentono funzionalità di base come sicurezza, gestione della rete e accessibilità. E’ possibile disabilitarli modificando le impostazioni del browser, ma ciò può influire sul funzionamento del sito Web.
Cookie Analitici
I cookie analitici sono cookie raccolgono informazioni su come un utente naviga il sito Web. Generalmente hanno l’obiettivo di analizzare il pubblico di un sito. Fondamentale ricordare che le informazioni sono in forma anonima.
Che cos’è un cookie
Un cookie è una stringa di testo che viene scaricato su Device terminali (computer, smartphone, tablet…) quando l’utente accede a un sito Web o ad una Applicazione. Consente al sito o app di riconoscere il dispositivo dell’utente e di archiviare alcune informazioni sulle preferenze dell’utente o sulle azioni passate.
Cosa dobbiamo fare per adeguarci?
Le regole di base:
informare gli utenti che ci sono i cookie
spiegare cosa fanno i cookie e il perché lo fanno
ottenere il consenso della persona prima di memorizzare un cookie sul proprio Device.
Pur non essendo necessario ottenere il consenso degli utenti che hanno già visitato il tuo sito Web e dato il loro consenso la prima volta. Va comunque tenuto conto che i dispositivi possono essere utilizzati da più persone e quindi consigliabile ripetere il processo a intervalli adeguati. Potrebbe inoltre essere necessario ottenere un nuovo consenso se nel tempo cambiano le modalità di utilizzo dei cookie.
Quali informazioni dobbiamo fornire agli utenti?
Nel PECR non è specificato quali informazioni è necessario fornire e neppure come fornirle. L’unico requisito è che le informazioni devono essere chiare e complete sugli scopi. Bisogna spiegare in modo chiaro e facilmente disponibile come funzionano i cookie e per cosa vengono usati. Gli utenti devono essere in grado di comprendere le conseguenze derivanti dall’autorizzazione dei cookie. Chiaramente l’informativa deve essere dettagliata e nella lingua utilizzata dagli utenti.
Come deve essere il consenso?
Il consenso per essere valido deve essere liberamente fornito, specifico e informato.
L’azione deve essere positiva non ambigua. Non puoi mostrare il consenso se fornisci informazioni sui cookie solo come parte di una politica sulla privacy che è difficile da trovare e di difficile comprensione. Parimenti non è possibile impostare i cookie non essenziali sulla Home Page del sito Web prima che l’utente abbia acconsentito. Per garantire che il consenso sia dato liberamente gli utenti dovrebbero poter abilitare o disabilitare i cookie non essenziali al funzionamento del sito. Inoltre dovrebbero essere date le regole sulle impostazioni del browser.
Ci sono eccezioni?
Si. Ce ne sono due, quando:
il cookie ha lo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica;
il cookie è strettamente necessario per fornire un servizio richiesto dall’abbonato o dall’utente.
Questo significa che non è necessario il consenso per:
cookie utilizzati per ricordare ad un utente che i prodotti che desidera acquistare quando i prodotti sono nel proprio carrello online o procedono al pagamento su un sito di e-commerce;
Cookie che forniscono la sicurezza essenziale per conformarsi ai requisiti di sicurezza per la protezione dei dati per un servizio online richiesto dall’utente.
Cookie di bilanciamento del carico di lavoro, su altri computer per rendere rapido ed efficace il caricamento dei contenuti della tua pagina.
Ciò nonostante è buona prassi fornire informazioni sui cookie, anche se il consenso non è necessario.
Le regole, si applicano anche se i dati sono anonimi?
Si. PECR si applica a tutti i cookie.
Se i dati sui cookie non sono anonimi dovrai applicare la Legge sulla protezione dei dati GDPR.
La pubblicità digitale nel 2018 si consolida al secondo posto dopo la tv. Il programmatic in italia cresce del 18%
Il mercato pubblicitario italiano anche nel 2018 fa registrare un balzo in avanti per tutto il comparto digital che raggiunge quota 3 miliardi rispetto al totale di 8,2 miliardi dell’intero mercato pubblicitario italiano. Le crescite più significative sono relative alla display advertising con il programmatic advertising che fa un balzo in avanti del 18% raggiungendo quasi quota 500 milioni di euro. Questo comparto si assesta al 16% del totale investimento di Internet Advertising e al 26% della Display Advertising. Questi i dati diffusi dall’Osservatorio Internet Media della School of Management del Politecnico di Milano.
Il Programmatic potrà crescere ancora molto se si considera che oltre ai grandi player gli Over The Top (OTT) c’è una buona parte del mercato che ancora acquista in modo diretto senza automazione. Come è noto questo comporta per le aziende una maggiore spesa e un risultato inferiore in termini di comunicazione.
Internet si conferma secondo mezzo in assoluto per raccolta pubblicitaria, con il 36% di quota di mercato, alle spalle della tv (47%) ma davanti a stampa (12%) e radio (5%).
Il trend di crescita negli ultimi dieci anni, internet ha guadagnato 7 punti di quota di mercato sulla televisione e ben 16 punti percentuali sulla stampa.
Gli Over The Top (OTT) detengono il mercato internet.
E’ bene precisare che tutto questo successo del digital è in mano a pochi player gli OTT, ossia Amazon, Facebook e Google, tutti grandi player internazionali che detengono il 75% della raccolta internet totale. Tutti gli altri player online hanno una decrescita pari al 3%. Per avere un parametro tutta la raccolta pubblicitaria delle piattaforme OTT è superiore a tutta la pubblicità raccolta dalla Radio, dalla Stampa e dall’online non OTT messi insieme.
Più che dire “la strategia” parlerei di “una strategia SEO efficace”. Parlando di strategia, direi che occorre una strategia ad hoc per ogni sito web. Ogni sito racconta una sua storia, una sua esigenza. Le mie paroline magiche sono analizzare e comprendere:
Qual’è la strategia SEO efficace per un sito web?
analizzare il sito in modo approfondito
analizzare i competitor guardando i loro difetti e i loro pregi
comprendere cosa cercano, cosa vogliono, gli utenti
comprendere qual’è il nostro target.
Qual’è l’errore da evitare quando si fa SEO?
Attualmente all’interno dei siti online di errori ce ne sono molti. Per prima cosa bisogna intervenire su alcuni aspetti che spesso generano la sparizione di un sito dalla Serp di ricerca. Quando si fa SEO, bisogna evitare l’aumento delle parole chiave all’interno di un testo. Il copywriter deve avere la capacità di elaborare un testo persuasivo, accattivante ma senza ripetere molte volte la Keyword che si vuole posizionare sui motori di ricerca. Questo, perché, il rischio di essere penalizzati da Google e di essere addirittura cancellati dalla SERP è molto alto.
In futuro ci saranno sviluppi nel settore SEO?
Sicuramente la SEO subirà un’evoluzione. Anche se in parte continuerà ad essere quella che è ora, ossia lato back-end title, description e altro, ma vi saranno anche degli aggiornamenti, anche perché i motori di ricerca ed in primis Google, aggiornano continuamente i loro algoritmi e quindi ci si deve sempre aggiornare per rimanere al loro passo.
Sul tema indicizzazione. Quanto contano le performance di un sito E-commerce ai fini del posizionamento sui motori di ricerca e che importanza ricopre il servizio di web hosting?
Senza dubbio l’indicizzazione di sito web è un punto critico che richiede una decisione, che come tale va fatta con rigore e professionalità. Fondamentale quindi nella fase costruttiva di un sito e-commerce in particolare ma vale per tutti i siti web, è la struttura, l’alberatura del sito, che deve essere costruita ad hoc, secondo le esigenze dei fruitori.
L’hosting pesa molto specie in termini di velocità. Classico è l’esempio di uso quotidiano: stiamo navigando in rete e se ci imbattiamo in una pagina web “lenta” nel caricamento, abbandoniamo immediatamente e cambiamo ricerca.
Per questo motivo un sito web lento viene penalizzato dai motori di ricerca rispetto ad uno più veloce.
Da consulente di E-commerce. Che tipo di sito E-commerce consiglieresti ad un cliente che vuole aprire un negozio online?
La risposta è triplice in quanto ci saranno casi in cui consiglierei un sito nativo sviluppato da zero costruito per soddisfare qualsiasi tipo di esigenza e con la massima libertà d’azione. Ma alla stessa stregua oggi ci sono dei cms open source Prestashop e Magento, differenti tra loro che possono soddisfare le esigenze di siti e-commerce molto grandi. Mentre per piccoli siti e-commerce proporrei WordPress.
Come si può migliorare l’esperienza dei visitatori di un sito di commercio elettronico?
L’alberatura del sito deve essere pensata per aiutare l’utente a cercare quello che vuole in modo semplice ed intuitivo.
Le “call to action” devono essere ben disposte ad incentivare l’azione del visitatore.
Un occhio di riguardo va dato alla gestione delle recensioni dei clienti che chiaramente devono essere soddisfatti. Questo è un punto focale su cui l’azienda di commercio elettronico deve puntare.
Iscriviti per nuovi contenuti, aggiornamenti, sondaggi e offerte di FanicWEB.
Questo sito utilizza i cookie per migliorare l'esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull'utilizzo del sito. Utilizziamo sia cookie tecnici sia cookie di terze parti per inviare messaggi promozionali in base al comportamento dell'utente. Puoi conoscere i dettagli consultando il nostro Leggi ora.
Continuando la navigazione accetti l'utilizzo dei cookie; altrimenti puoi lasciare il sito.Accetto
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.